Su «Panorama» del 30 maggio 2012 la recensione di Mauro Anselmo. Qui di seguito:
La «masnà» (bambina in dialetto piemontese) è lei, Luciana, la donna che i nonni hanno guardato con disappunto fin dalla nascita, visto che nessuno ha versato da bere alla mamma, Emma, l’acqua di rose com’era avvenuto per il primogenito Mario. era triste essere donna nel Monferrato degli anni Trenta. Le vigne, il lavoro che spacca la schiena, un mondo chiuso nel quale i ruoli familiari non si discutono e la donna obbedisce in silenzio. emma, Luciana e Anna, nonna, figlia e nipote: una dynasty che gioca la partita della vita a cominciare da quel mondo spietato fino all’Italia degli anni Ottanta, in una trama che accompagna la fotografia, dietro le quinte, della trasformazione storica e antropologica del Paese.
Nozze, molestie sessuali familiari, battesimi, testamenti. Anna, la nipote, avrà forse un futuro migliore. Grazie anche a Luciana, la masnà, il cui destino Raffaella Romagnolo racconta con indomita passione.
Anselmo vede la centralità di Luciana. La pensa come mè, che sono stata conquistata da questo bel personaggio, nuovo, complesso, scoordinato a volte ma fondamentalmente positivo e buono.