Antonia Arslan sulla Masnà

Tre donne per tre destini

di Antonia Arslan

Famiglia Cristiana 4/3/2012

Un libro complesso e intricato, che con affettuosa e puntigliosa dimestichezza ci riporta a usi e costumi dimenticati, e ripropone al lettore incantato mille dettagli della nostra antica civiltà contadina.

La precisione suadente delle descrizioni ha una forte valenza evocativa. I tre personaggi-chiave della storia, nonna, figlia e nipote, Emma Luciana e Anna, reggono insieme l’ampio intersecarsi di questa saga piemontese che comincia nel 1935, il giorno del matrimonio di Emma, e si conclude con lo scatto di autonomia e la presa di coscienza di Anna, ragazza moderna e laureata, ma ancora legata alla “Casa dei Francesi”.

Questa è la culla ancestrale della famiglia, la casa fatta a L costruita un pezzo alla volta secondo le necessità, piena di ripostigli e stanzette segrete, cui è legato il nucleo più profondo e vitale dell’esistenza delle tre donne.

Certo, viene subito in mente L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, anche per l’effetto di immersione amorosa e totale che ottengono la scelta delle immagini e la naturalezza delle descrizioni. E del peculiare impasto linguistico usato dall’autrice.

Gli uomini compaiono come figure ossessive, bloccati in un egocentrismo privo di sbocco, costretti a ripetersi in una circolarità senza scampo: così il ferroviere, suocero di Emma, padrone astuto e corrotto cacciatore di donne; così Genio, marito storpio e ciabattino indolente; così il marito di Luciana, cuoco di gran mestiere, ma talmente preso dal suo ristorante da morirci sopra.

Le tre donne mostrano verso i loro uomini una soggezione mista di atavico rispetto: loro sono i padroni, i padrun, ed esse accettano – perfino di buona grazia – di non discutere le scelte che vengono loro imposte. Il romanzo ha scene ed episodi di grande efficacia narrativa, su temi diversissimi: per esempio nell’intesa descrizione della prima notte di nozze di Emma, o nelle pagine dedicate alla squisita torta classica alle nocciole, che Luciana prepara con grande successo per la famiglia, ma che il marito non accetta di inserire nella lista del ristorante di cui è gelosissimo.

Il finale riscatto di Anna non suona forzato, ma si sviluppa con persuasiva naturalezza, coinvolgendo anche la madre. E la nonna potrà morire pacificata.

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