Ho riscritto La masnà

Ho riscritto La masnà. Non i personaggi o la trama: i tempi verbali. Un lavoraccio. Ma il fatto è che, rileggendo il romanzo a undici anni dall’uscita, ho avuto la sensazione che la complessità di cui mi faccio vanto – La masnà è un romanzo complesso che affronta a muso duro un tema complesso come la relazione tra le generazioni in un mondo complesso – mi sono accorta, dicevo, che la complessità a tratti esplodeva in confusione, e ho cercato di porre rimedio. Lavorando sui tempi verbali, appunto. Questo fanno gli scrittori, lavorano con le parole, le figure retoriche, il ritmo e anche i tempi verbali.

Ho anche riconsiderato il dialetto. Sia benedetto il dialetto, intendiamoci, lingua del cuore, dei visceri, dell’infanzia, carne e sangue. Ma, rileggendo, mi sono accorta che, qua e là, il monferrino stretto emergeva dal fluire del discorso come escrescenza spuria, effusione incontrollata, traboccare di un sentire solo mio. E la letteratura, io credo, è sì espressione di sé, ma è anche e soprattutto comunicazione. Quindi nella nuova masnà c’è ancora il dialetto, ma solo dove serve a capire quel che sta succedendo, la relazione tra i personaggi, il loro modo di stare al mondo.

Ora, alla vecchia masnà io devo moltissimo. Per le persone che ci hanno creduto, e lavorato, portando la prima volta questo libro in libreria provo gratitudine sconfinata. E devo moltissimo proprio al romanzo in sé. Scrivendo il primo capitolo, la notte di nozze di Emma e Genio, ho capito qual è il mio talento (in senso evangelico), il mio Daimon, la mia strada: raccontare storie. Una cosa gigantesca, dopo una vita di ardente inconsapevolezza, direbbe il poeta, e disordinati e disastrosi tentativi di trovarla, la strada. Quindi grazie, masnà.

Pensavo anche, all’epoca, con questo romanzo ho imparato a scrivere, e mi sembrava anche di avere buone ragioni per pensarlo, e ovviamente sbagliavo. Solo riscrivendolo, cioè lavorando sulla stessa storia, non su altro, ho imparato davvero che non si finisce di imparare a scrivere. Che scrivere è processo e gli anni influenzano la tua percezione di ciò che funziona o non funziona nella tua scrittura. Che la percezione di ciò che è possibile fare con le parole evolve con te, ingloba quello che hai scritto dopo, il tempo che stai vivendo, si arricchisce, si definisce. E questa, per una che tende troppo a guardare indietro, è una sensazione bellissima e piena di futuro. Bellissima perché piena di futuro.

La nuova masnà esce il 18 aprile negli Oscar Mondadori. Alla squadra che ci ha lavorato con l’entusiasmo di una prima edizione, tutto il mio affetto.

Da tutto questo gran lavorare e rilavorare è venuto fuori un buon libro, credo. Mi direte, se vi va. E, se vi va, potete già prenotarlo sulla piattaforma grande, su quelle piccole o, meglio, presso la vostra libreria di fiducia.

L’intervista di Massimo Zenari

L’intervista che Massimo Zenari mi ha fatto agli #EventiLetterari del Monte Verità è andata in onda l’11 giugno 2022 nel programma Alice della Radiotelevisione Svizzera.

C’è dentro tanto di me, del mio percorso, dei miei libri, della mia idea di stile, narrativa, letteratura.

Lascio qui il link

https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/alice/Di-luce-propria-15398782.html?f=podcast-shows

la masnà su Le Monde

Questa recensione è uscita su Le Monde il 31 marzo 2017

La libération des Italiennes
1995 est le point de départ et d’arrivée de cette saga italienne.
Entre les deux : l’histoire d’une famille dans le Piémont rural,
celle des Francesi, qui se définit par ses hommes mais que
l’auteure choisit de raconter par ses femmes. Tour à tour, le
roman épouse le regard d’Emma Bonelli, paysanne mariée à
12ans au fils boiteux des Francesi; de sa fille, Luciana, puis de
sa petite-fille, Anna. Une fresque au féminin qui, parcourant
l’Italie des années 1930 à 1990, conduit de vexations en obligations
conjugales, de travail acharné en rêves tronqués, mais
s’achèvera, grâce à Anna, par l’indépendance qui manquait à
ce sexe. Car c’est bien l’histoire d’une liberté à conquérir que
conte Raffaella Romagnolo. Continua a leggere “la masnà su Le Monde”