Noi che veniamo a spiegarti il cambiamento climatico

Ieri mattina, verso la fine dell’incontro su Meet con l’istituto Fra Salimbene di Parma, una ragazzina mi chiede cosa penso del cambiamento climatico (in effetti, la faccenda ha nel mio romanzo “Respira con me” un suo piccolo, decisivo ruolo).

Lei è in classe, io a casa, lei ha la mascherina calzata come tutti i compagni e le prof che hanno organizzato l’incontro con l’autrice.

“Il cambiamento climatico?”

Sotto la mascherina la vedo annuire. Sono ragazzi in gamba. Hanno letto il mio romanzo con passione e fantasia, hanno persino realizzato un loro libro, lo trovate qui sotto, e non è commovente? Non è così pieno di vita? Di futuro? Così non sto tanto a pensarci e rispondo di getto. Meritano tutta la sincerità di cui sono capace. E quindi non parlo di ghiacciai, biodiversità, deforestazione, permafrost, non dico “antropocene” o “economia circolare”. Non mi nascondo dietro l’armamentario consueto. Dico che, quando facevamo terza media noi, a metà degli anni Ottanta, non ne sapevamo niente. Alcuni scienziati, forse. Pochissimi. Ma a noi nessuno ha mai spiegato nulla.

Lei resta zitta.

“Nulla, capisci? Non sapevamo nulla!” ripeto. Lei ancora zitta. Ci si intimidisce anche a distanza, penso, ma poi mi sento arrossire. Non è lei che ha un problema. Sono io che non ho risposto alla domanda. Ho tirato fuori una scusa, ho messo le mani avanti, una specie di giustificazione per non aver fatto i compiti. Non è lei la ragazzina, sono io.

Vergogna.

Io che sono adulta. Noi, che siamo adulti. Noi che veniamo a spiegarti il cambiamento climatico, che lo ficchiamo persino nei romanzi. Noi che prendiamo le decisioni. O magari non le prendiamo, e poi questo è il risultato.

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il buono della vita

locandina Plana Respira con me ROMAGNOLOAlla fine dell’incontro nell’aula magna del Liceo Classico Plana di Alessandria, lei ha ingoiato la timidezza, mi ha consegnato un rotolo di cartoncino e ha detto: «la locandina ho preferito farla a mano». Poi ha abbassato lo sguardo e ha aggiunto, arrossendo: «mi piace disegnare». E io mi sono ricordata che il buono della vita comincia cosi, dalla passione. 

Respira con me secondo Alleyoop – Il sole 24 ore

Diventare adulti vuol dire, soprattutto, diventarsi genitori. Affrancarsi dalle figure materna e paterna, accettarne la separazione, e concedersi di essere altro che un figlio. Respira con me è una storia profonda e disperata in cui il protagonista affronta senza scampo questo strappo. Il rito di passaggio avviene su una montagna, tra cime benedette dalle aquile e boschi accecanti nel buio notturno. Qui un padre e un figlio accetteranno entrambi il dolore di aver perso la donna delle loro vite, ma al figlio sarà richiesto uno sforzo ulteriore: salvare il padre, accettando la responsabilità in modo adulto dopo mesi di inerzia e vuoto. La scrittura è ricca di dettagli e di azione, quasi non ci si accorge di quanta contemplazione contenga in realtà.

Così Letizia Giangualano il 23 dicembre 2019 su Alleyoop – Il Sole 24 ore. Qui l’articolo completo.